Il Museo Archeologico Nazionale di Paestum è sorto nel 1952 all'interno della città antica. Inizialmente era costituito da un'unica sala, dall'aspetto architettonico esterno di scuola piacentiniana, costruita sulle dimensioni della struttura che riproduceva il primo Thesauros del santuario di Hera. Questo nucleo originario fu successivamente ampliato e furono predisposti nuovi ambienti, costruiti intorno ad un giardino interno e con vetrate aperte verso l'esterno. Il nuovo allestimento del museo documenta l'evoluzione e le trasformazioni della città, dalla fondazione della colonia greca tra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C. fino all'istituzione della colonia latina, illustra le trasformazioni nell'organizzazione sociale e pubblica, i riti religiosi, gli aspetti della vita quotidiana, l'arte e l'artigianato. Una sezione introduttiva ricostruisce la storia della scoperta del sito archeologico, un'altra sezione è dedicata alla preistoria.
La Sezione Romana
La nuova sezione "Paestum: dalla città romana a oggi", inaugurata nel 2024 e dedicata a Mario Torelli, amplia il percorso del Museo Archeologico Nazionale di Paestum, offrendo una panoramica sulla storia della città dalla sua fondazione come colonia latina nel 273 a.C. fino all'età moderna. Attraverso un allestimento innovativo, che ripercorre idealmente gli strati di uno scavo archeologico, il visitatore può immergersi nelle trasformazioni di Paestum durante l'epoca romana, tardoantica e medievale, fino alla sua riscoperta nel XVIII secolo.
L'esposizione si articola in diverse sottosezioni: "I santuari romani", "La vita pubblica romana", "L'abitato romano", "Le necropoli romane", "Dalla Tarda Antichità all'età moderna" e "La riscoperta di Paestum". Reperti significativi, come la statua bronzea del sileno Marsia e altri oggetti inediti provenienti da recenti scavi o dai depositi del museo, illustrano aspetti della vita quotidiana, della religione, dell'urbanistica e della monetazione di Paestum in epoca romana.
Un'attenzione particolare è dedicata alla riscoperta di Paestum nel Settecento, grazie all'esposizione del volume di G.B. e F. Piranesi con vedute dei templi, appartenente alla collezione del museo, e di dieci opere tra incisioni, acquerelli e gouache della Fondazione Giambattista Vico, che testimoniano il fascino esercitato da Paestum sui viaggiatori del Grand Tour. Fotografie e documenti originali illustrano, infine, le tappe fondamentali degli scavi, degli studi e delle ricerche condotte a partire dal Novecento.
La sezione "Paestum: dalla città romana a oggi" si distingue per un approccio multidisciplinare, frutto della collaborazione tra personale ministeriale, liberi professionisti e studiosi di diverse istituzioni italiane e straniere. Particolare cura è stata dedicata all'accessibilità e all'abbattimento delle barriere architettoniche, cognitive e culturali, rendendo l'esposizione fruibile a un pubblico ampio e diversificato. L'allestimento si avvale di un sistema di comunicazione museale chiaro e omogeneo, con pannelli esplicativi in italiano e inglese, totem informativi, postazioni video, touchscreen e QR code che consentono di approfondire i contenuti scientifici e didattici.
L'esposizione delle monete merita una menzione speciale: gli espositori inclinati, gli ingrandimenti fotografici e le riproduzioni video offrono una visione dettagliata di questi reperti, consentendo di comprendere l'evoluzione della monetazione a Paestum dall'età romana all'età moderna.
Le Sculture dal Santuario di Hera al Sele
Una sezione importante del museo è costituita dall'insieme delle decorazioni architettoniche e scultoree provenienti dagli scavi dell'Heraion del Sele. Le metope arcaiche in arenaria facevano parte del primo Thesauros: di queste, diciotto sono dedicate alle imprese di Eracle. A queste si aggiungono una serie di ex voto (frammenti di terrecotte, vasi, oggetti in metallo e in osso), che i fedeli offrivano al santuario. Notevoli le decorazioni a gronde leonine e le dieci metope superstiti del tempio maggiore dell'Heraion, che compongono una narrazione continua raffigurante un gruppo di danzatrici.
La Tomba del Tuffatore
Tra i pezzi di inestimabile valore storico e artistico conservati nel museo, ci sono le lastre dipinte della cosiddetta Tomba del Tuffatore, unico esempio di pittura di età greca della Magna Grecia. È una sepoltura a lastroni, chiusa da una copertura piana, con affreschi sulle pareti interne. Sulla lastra di copertura è dipinto un uomo che si tuffa in acqua: il tuffo simboleggia il passaggio dalla vita alla morte.
Le Tombe dipinte del IV secolo a.C.
L'uso delle tombe dipinte si afferma a Paestum in modo assai diffuso nel IV secolo a.C., durante il dominio lucano. A quest'epoca risale la ricchissima raccolta di pitture funerarie del museo. Si tratta di lastre affrescate: le più antiche sono decorate solo nella parte centrale, con fasce, corone, bende o rami; in seguito si afferma l'uso di vere e proprie scene figurate per le tombe maschili (prevalentemente guerrieri a cavallo con elmo e corazza) e di elementi decorativi per quelle femminili.
Indirizzo
Via Magna Grecia, 919 - 84063 Paestum (Sa) Capaccio (SA)
Tel. 0828 81 10 23
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Fonte: PARCO ARCHEOLOGICO DI PAESTUM & VELIA